Museo - Le sale espositiveenglish version
ITINERARIO STORICO - ARCHITETTONICO
Sala 1 - Stanza del Cancelliere.
Questa stanza, come la successiva, nasce dal recupero dei vecchi ambienti ubicati al piano terra del Palazzo Pretorio, impegnati in epoca moderna da attività private commerciali ed ora ripristinate alla fruizione del pubblico. Questa prima sala è destinata alle attività informative, di orientamento e bookstore.




Sala 2 - Aula del Tribunale.
Questa stanza, come la successiva, nasce dal recupero dei vecchi ambienti ubicati al piano terra del Palazzo Pretorio, impegnati in epoca moderna da attività private commerciali ed ora ripristinate alla fruizione del pubblico. Questa prima sala è destinata alle attività informative, di orientamento e bookstore.

Sala 3 - Centro documentazione.
E' situato in uno spazio fruibile ed accessibile, anche al di fuori degli orari di visita previsti per il Museo. Al suo interno vi si trovano:
- archivio fotografico della Pro Loco;
- filmati di repertorio di proprietà dell'associazione Pro Loco;
- video a carattere etnografico e tradizionale;
- banche dati relative ai pezzi del Museo dell'Uomo e dell'Ambiente;
- banche dati relative ai pezzi conservati nel deposito archeologico.

Sala 4 - Laboratorio di restauro.
Il laboratorio situato nella sala a fianco del deposito reperti archeologici nel sottotetto è attrezzato con una scaffalatura, tavoli di lavoro ed un lavello con acqua corrente e relativo scarico, collegato ai servizi presenti al piano sottostante.

Sala 5 - Deposito reperti archeologici.
Situato nel sottotetto del Palazzo Pretorio vi trovano spazio i reperti inventariati e altri attualmente in fase di inventariazione e restauro e più in generale tutti i reperti rinvenuti nell'ambito comunale, legati al periodo Rinascimentale, Romano e pre-Romano.

Sala 6 - Sala del Tempo.
Deve il suo nome all'antico quadrante dell'orologio, ora in esposizione, che ornava la mostra nella facciata di Palazzo Pretorio. In essa sono stati esposti pezzi provenienti dalla donazione di Mario Pini comprendenti fossili locali provenienti dalla pietra calcarea detta "spungone" e dai depositi marini dell'argilla grigio-azzurra. Alle pareti alcuni pannelli tracciano una breve storia del costume e della moda ad introduzione della mostra permanente dei costumi del Palio.

Sala 7 - Il popolamento del Territorio: dalla Preistoria alla Protostoria.
La sala è dedicata in gran parte ai resti di materiale fittile che un tempo componevano oggetti di diversa funzionalità. Le abitudini e le caratteristiche culturali del mondo romano emergono attraverso l'approfondimento relativo alle tecniche edilizie (piccole porzioni murarie) e alla tradizione culinaria (anfore e pezzi di ceramica a vernice nera). Non mancano neppure frammenti di pietra scheggiata risalenti al periodo protostorico (dal Paleolitico inferiore all'Età del Bronzo) ritrovati in prossimità della vicina Monte Poggiolo.

Sala 8 - L'epoca Romana.
Trovano collocazione tombe di epoca romana scoperte in prossimità del centro abitato di Terra del Sole.
Accanto un pannello illustra brevemente antichi riti e pratiche della sepoltura.


Sala 9 - Il Salone dei Commissari
Nella sala sono esposti gli abiti della corte del Commissario Granducale e delle Guardie del Bargello realizzati, su ricostruzione storico iconografica, per il Palio di S. Reparata. Il salone è inoltre un'ampia sala polivalente attrezzata per mostre, incontri e conferenze, e può ospitare fino ad un centinaio di persone.

Sala 10 - Aula Multiproiezione.
Questa sala si coniuga con la descrizione degli aspetti funzionali ed architettonici del Palazzo Pretorio. E' dotata di un maxischermo per la proiezione multimediale di filmati sugli aspetti architettonici del Palazzo e sulla struttura ed organizzazione delle carceri segrete, parte integrante del corpo di fabbrica del palazzo. La multiproiezione, realizzata a partire dal ricco repertorio fotografico esistente, con riprese realizzate in luce diretta e radente al fine di evidenziare i dettagli dei graffiti murali, consentirà un viaggio virtuale attraverso le carceri del Palazzo, non più accessibili al grande pubblico per motivi di tutela e conservazione del microclima delle celle. Altro audiovisivo sarà dedicato al tema de "I percorsi delle pene" con la ricostruzione di uno o più iter processuali (dall'arresto, al processo, dalla segregazione alla condanna ed esecuzione), narrati in prima persona sulla scorta della documentazione archivistica.

Sala 11 - Aula Didattica.
Per ciascun tema monografico relativo sia all'itinerario etno-antropologico sia a quello storico-architettonico sono stati predisposti uno o più moduli didattici a carattere pratico-manuale, ludico e recitativo. Questa sala è organizzata e dotata di strumenti idonei a supporto di tale attività. Gli operatori del Museo, assieme a insegnanti e agli accompagnatori dei gruppi visita, individuano di volta in volta le attività didattiche da proporre ad integrazione del percorso mussale prescelto.


ITINERARIO ETNO-ANTROPOLOGICO
Sala 12 - Il Rito.
Questa sala, che introduce alla parte più tipicamente etnografica e tradizionale del Museo si caratterizza per l'affresco seicentesco di scuola romagnola rappresentante l'Annunciazione . Sono inoltre esposte le due campane risalenti al XVIII secolo recuperate dal campanile della chiesa di Converselle. Appartenente al corredo liturgico di quest'ultima vi è anche lo stendardo della Confraternita della Beata Vergine del Rosario, un tronetto, o residenza per immagini, ugualmente dedicato alla B.V. del Rosario e quattro lampioni per processione, dei quali due ordinari ed i restanti utilizzati durante le festività.

Sala 13 - Campagna, popoli e paesi: condizioni di vita popolare; la casa colonica e la famiglia Mezzadrile.
Il Museo propone un allestimento completamente rinnovato in cui trova spazio una suggestiva ambientazione pittorica della casa colonica e dell'aia e l'approfondimento su pannelli illustrativi delle condizioni di vita popolare nei paesi e nelle campagne in età premoderna con particolare riferimento alla struttura della famiglia mezzadrile e degli antichi contratti di lavoro campestre.

Sala 14 - La cucina e la vita domestica.
La cucina è il fulcro principale attorno a cui ruota la vita quotidiana delle famiglie contadine e dei ceti popolari in generale. Era di solito una camera molto grande nella quale troneggiava il focolare, simbolo della famiglia e della sua unità. Il camino era sovente la sola fonte di calore di tutta la casa, serviva per cucinare, vi sostava quasi sempre un membro della casa (specialmente i più anziani) e alla sera ci si sedeva attorno durante le veglie. L'allestimento della sala è costituito da tipici elementi di arredo di provenienza locale: la tavola, la vetrina, il cantonale, il cassone delle granaglie, la madia, il focolare, l'acquaio, la spianatoia, la rastrelliera con tutti gli utensili in uso un tempo soprattutto nel mondo rurale. Il tutto è illustrato da panelli che descrivono sia gli utensili, corredati con nomenclatura dialettale, sia le forme di aggregazione domestica.

Sala 15 - La camera da letto e il corredo.
Attorno al letto ruota il mondo più intimo della famiglia. Dalla culla al cassettone, dalla toiletta all'armadio, trovano collocazione nella sala le suppellettili che arredavano la camera da letto della casa colonica oltre ad un articolato e completo corredo di abiti quotidiani che hanno fatto epoca e distinto i ruoli familiari: dalla biancheria intima femminile e maschile (mutande e braghe) agli indumenti ed accessori vari (al schérpi, i zòcul, la caparéla, la mantéla, i fazulét dla testa). Alcune sagome riproducono le foggie dei contadini della Romagna Toscana ritratti nel ‘700 da Antonio Bicci e riproposti nella prima metà del ‘900 da Emma Calderini. Il tutto con adeguata spiegazione storica.

Sala 16 - Il lavoro domestico femminile.
La sala presenta sia attrezzi del lavoro di tessitura, filatura e cucito, tipici della maestria femminile sia l'esposizione delle tecniche lavorative e in particolare di quelle atte alla produzione della tele stampate a ruggine.




Sala 17 e Sala 18 - Forme di vita aggregata - Svaghi e passatempi.
Le occasioni pubbliche di incontro ed aggregazione costituivano un momento importante, sia perchè consentivano gli scambi economici (mercati, fiere, ecc...), e perchè spesso erano per i membri delle famiglie contadine, lontane dal centro cittadino, le uniche forme di interscambio culturale e di aggiornamento sugli avvenimenti locali e nazionali. Dalle veglie alle fiere, dai giochi infantili (la "settimana", nascondino, lo "sciupét"...) a quelli praticati dagli adulti (la ricerca del tartufo, la caccia, i giochi con le carte, la morra, il gioco della palla a mano...), è raccolta una piccola ma significativa serie di rappresentazioni dei passatempi dei nostri "nonni". Completa il tutto una grande scena dedicata alla Banda Comunale di Terra del Sole, che vanta una tradizione ormai secolare: le prime testimonianze fotografiche risalgono alla fine dell'800.

Sala 19 e Sala 20 - I Mestieri artigianali.
Queste sale raccolgono una ricca e completa esposizione di utensili utilizzati dagli artigiani del paese (il falegname, il fabbro, il sellaio, il cordarino, il calzolaio, il magnano, il sarto, il muratore). Gli artigiani risiedevano per lo più nei paesi, ma spesso si recavano nelle zone rurali per offrire la loro preziosa opera a tutti gli abitanti del circondario. Viaggiavano per mezzo di un piccolo birroccio trainato da un asino sul quale caricavano tutti gli strumenti che gli servivano per l'esecuzione del lavoro. Spesso queste tappe si prolungavano per diversi giorni e in cambio delle loro prestazioni, erano ospitati per tutto il periodo di lavoro e pagati in natura al tempo dei raccolti (trebbiatura e vendemmia). Questi lavoratori, nel loro peregrinare di zona in zona raccoglievano notizie e curiosità che riportavano ai contadini, ben lieti di ascoltare i racconti e le novità portate da queste vere e proprie gazzette ambulanti.

Sala 21 - La Fabbrica di Terra del Sole.
La costruzione di Terra del Sole non fu certo un evento casuale ma fu definita da ben precise esigenze di tutela politica, amministrativa, giudiziaria, commerciale e soprattutto militari del Granducato di Toscana. Terra del Sole rappresenta, infatti, uno dei più completi e sofisticati esempi di città fortificata dell'epoca Rinascimentale, in cui ogni scelta progettuale obbedisce ad un preciso impianto urbanistico in base alle teorie funzionali, sociali ed urbanistiche che permearono lo sviluppo del Rinascimento. É proprio in questo periodo che è riproposto, o forse è più appropriato dire riscoperto, il concetto di "città ideale". Ideale per l'armonia della sua stessa pianificazione, nei rapporti tra spazi e volumi, nella visione prospettica delle parti e dell'insieme, e per questo in grado di realizzare un perfetto rapporto uomo-ambiente secondo la concezione umanistica che l'uomo sia il centro e la misura di tutte le cose. L'esposizione di questa sala vuole mettere in risalto i criteri di funzionalità militare e le regole sull'armonia delle proporzioni, utilizzati sia nel disegno delle mura sia nella progettazione di ogni particolare degli edifici, delle fortezze, dei borghi e della chiesa che ispirarono gli architetti di Cosimo I de Medici. Sono presenti due plastici: il primo dedicato alla fortezza (riproduzione in scala dell'intera città fortificata) così come venne ritratta all'inizio del ‘700 dal Warren, ed il secondo relativo alla sezione di uno dei bastioni fortificati.

Sala 22 - Il Territorio.
La cartografia, ora come in passato, è lo strumento principe per la rappresentazione, la lettura, l'interpretazione e la pianificazione del territorio (non a caso Terra del Sole, per le sue valenze politico-militari, era rappresentata in maniera fedele oppure, volutamente falsata). La Romagna Toscana, come territorio di confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, rappresentava uno di quei contesti di cui avere "coscienza" e "conoscenza", da questa necessità discende, in effetti, un'abbondante messe di produzioni cartografiche riproducenti il territorio nella sua totalità o parzialmente. La raccolta propone alcune delle cartografie più significative, con dettaglio variabile dalla rappresentazione simbolica fino a quella catastale. L'arco temporale coperto è ampio (dalle prime geo-cartografie cinquecentesche) e giunge ai tempi nostri dove, in collaborazione con l'Università di Bologna è stata proposta una significativa selezione di mappe tematiche mirate al territorio comunale ed alla spiegazione dei metodi moderni di trattamento dei dati geografici.

Sala 23 - Il lavoro dei campi: dalla pianura alla fascia pedecollinare.
(Ex rimessa delle Carrozze del Bargello) In questa sala è illustrata una prima parte delle attività agricole che caratterizzavano il territorio romagnolo, ed in particolare quelle condotte nelle aree di pianura (fondovalle fluviale) e pedecollinari. Sono esposti molti dei grandi e piccoli attrezzi per la lavorazione della terra e dei suoi prodotti, soprattutto finalizzata alla coltivazione dei cereali. L'esposizione è corredata da una sorta di calendario rituale contadino sui lavori stagionali della terra e dalla testimonianza dell'esodo dalla campagna. Completa la scena un diorama sulle caratteristiche naturalistiche della vita animale nell'argine del fiume.

Sala 24 - Il lavoro dei campi: la collina e la montagna. (Balleria - Ex sala della Musica).
Questa sala integra e completa l'allestimento di quella precedente, estendendo l'illustrazione dei lavori agricoli alle aree collinari e montane. Sono descritte in particolare le colture più tipiche di queste aree ed in particolare gli attrezzi impiegati tradizionalmente per la coltivazione della vite fino alla vendemmia, fra questi spicca anche il tipico carro romagnolo a quattro ruote (Plaustro) dipinto a mano secondo i canoni estetici tradizionali. L'esposizione è arricchita da alcune ricostruzioni simboliche della stalla dei buoi, della porcilaia, del fienile, da una raccolta di animali imbalsamati, frutto di una donazione al Museo, e da una ricerca illustrativa sulla flora locale, un tempo più comune.

Sala 25 - Il ciclo del vino (Cantine del Palazzo).
Questa sala ottenuta ristrutturando le antiche cantine del Palazzo ospita gli attrezzi utilizzati durante le varie fasi di lavorazione per la produzione di vino: la pigiatura, la fermentazione, la torchiatura, l'imbottigliamento e la conservazione in damigiana e bottiglia. Un ambiente particolarmente emozionante riportato alla sua originaria funzione e allestito secondo un criterio filologico con strumenti e macchine di antica memoria.

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